"Perche' questo regalo?" "Perche' tu possa scrivere di noi." Era il 2005 quando mia moglie mi consegno' una sorta di diario, era in formato a4, copertina di pelle rosso scuro, e circa centro pagine di fogli bianchi. Restarono per molto tempo pagine senza inchiostro, non riuscivo a scrivere di "noi" mentre pianificavamo il futuro, vivevamo il presente e insieme potevamo rievocare il passato, aiutandoci l'uno con l'altra quando la memoria confondeva un po le cose. Un anno dopo esatto compresi che forse il diario dalla copertina di pelle rossa era il frutto di un lavoro inconscio che gia' elaborava dentro di lei. Se ne ando' in tutta fretta e senza troppi rimpianti. Mi rese partecipe della sue intenzioni verso la fine di Ottobre. A Novembre ero gia' solo. Non mi chiese nulla, la vidi solo un paio di volte, nei mesi successivi, per il divorzio e poi scomparve come se fosse morta. Ma non era morta, magari alla morte ci si abitua prima, si riesce ad elaborare come una conseguenza necessaria alla vita. Non mi disse mai nulla, non mi forni' nessuna spiegazione, neppure una di circostanza. Io rimasi in una sorta di ibernazione, elaboravo tutto con lentezza, lei chiuse la faccenda in poche mosse ben studiate. Sono passati piu' di undici anni. Mai sentita, mai vista e mai saputo piu' nulla di lei. Necessitai di sei mesi per sincerarmi che tutto quello non era stato un sogno. Durante tutto questo tempo cercai di mantenere, apparentemente, una vita normale. La cosa che mi devastava erano le domande degli altri, ma non perche' mi facessero domande, perche' non avevo nessuna risposta e mai ne avrei avuta una da poter fornire. In quel periodo, avevo bisogno di distrazioni. Un giorno, per puro caso, incontrai un conoscente, che mi chiese la disponibilita' per un lavoro. Lui era un investigatore privato, mi chiese se avessi potuto seguire "un caso", roba di poche ore. Accettai come avrei accettato se qualcuno mi avesse chiesto di andare al fronte a combattere una guerra che non c'era. Poche ore, e poi non smisi piu'. Da oltre dieci anni svolgo questa attivita' nel tempo libero, una sorta di reliquia psicologica che non voglio mettere in un cassetto. Poi una sera, frugando nella libreria mi ritrovai fra le mani il diario dalla copertina di pelle rossa. Fu cosi' che iniziai ad annotare li tutte le mie attivita', le mi impressioni e tenere un ricordo di tutti i "casi" della mia seconda vita da investigatore. Le pagine ora sono piene di parole, scarabocchi, considerazioni che neppure mi ricordo di aver fatto nel corso del tempo. C'e' la storia mia e le storie dei tanti personaggi che per un motivo o per un altro ho dovuto seguire, fotografare, prendere nota delle loro abitudini e scoprire che dietro ad un apparenza "normale" puo' nascondersi qualsiasi sorpresa. Le ho rilette e ho pensato che rimanere chiuse in un diario nella mia libreria fosse uno spazio troppo angusto per loro. Cosi, opportunamente "lavorate" da non renderne riconoscibili gli attori, ho deciso di trascriverle in un blog. Chissa' che qualche appassionato di realta', trovi piacere a leggerle.
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